sabato 15 settembre 2012

30 ANNI FA MORIVA GRACE KELLY, PRINCIPESSA E DIVA DALL'ETERNA BELLEZZA

 In tanti vorrebbero che questo fotogramma avesse fermato il tempo. Che Grace Kellyfosse rimasta così per sempre, imprigionata nella bellezza perfetta dei suoi vent'anni, in questa scena di Caccia al Ladro, girata proprio lungo la strada in cui la principessa di Monaco troverà la morte il 14 settembre del 1982. Esattamente trent'anni fa.
Lo vorrebbe chi ha ammirato il suo talento, l'espressività spontanea, la flessuosità dei suoi movimenti e l'immediatezza delle declinazioni del suo volto nei film che l'hanno resa celebre. Chi ha sognato, nello splendore della sua figura, dell'abito di pizzo e del bouquet di mughetti, la favola di una principessa dei nostri tempi. Chi è rimasto abbagliato e affascinato da una bellezza senza eguali, dalla luce, dalla raffinatezza e dalla grazia dell'inimitabile Grace Kelly.

NASCE UNA STELLA. Statunitense di nascita, Grace Patricia Kelly era nata a Filadelfia il 12 novembre 1929, figlia terzogenita di John Brendan Kelly Senior, un milionario fattosi tutto da solo e asso del canottaggio, e di Margaret Majer, crescendo in seno ad una delle famiglia più in vista della città.
Suo zio George Kelly, poi, era uno stimato commediografo, vincitore di un premio Pulitzer e pare sia stato proprio il feeling con il fratello del padre ad avvicinare la giovane Grace al mondo della recitazione.
Prima gli esordi come indossatrice, all'età di 22 anni, poi una parte nel film La quattordicesima ora (1951) e di lì ad un anno il ruolo di co-protagonista, a fianco di Gary Cooper, in Mezzogiorno di fuoco (1952).
Seguì Mogambo (1953), insieme a due mostri sacri come Clark Gable e Ava Gardner, che gli valse la nomination all'Oscar come miglior attrice non protagonista.

MUSA DI HITCHCOCK. Ma il grande capitolo della sua storia di attrice si sarebbe aperto di lì ad un anno, con la trilogia di pellicole in cui fu diretta dal geniale Alfred Hitchcock che amava definirla, laconicamente ed eloquentemente, Ghiaccio bollente.
Il ruolo accattivante ed ingenuo della moglie infedele ne Il delitto perfetto (1954), la strabiliante interpretazione della desiderata ed inarrivabile Miss Lisa Carol Fremont nel capolavoro assoluto La finestra sul cortile (1954) e poi, nel 1955, di nuovo a recitare per il maestro del brivido nell'emozionante Caccia al ladro (1955), prodiga di voluttuosi baci al Gatto-Cary Grant.
Ma proprio sul set di questo film che qualcun altro rubò per sempre a Grace un po' del suo futuro: girato nel Principato di Monaco e in alcune località della Costa Azzurra, l'impegno cinematografico consentì alla Kelly di conoscere il principe Ranieri di Monaco, suo futuro marito. Il regale consorte, infatti, le avrebbe chiesto un supremo sacrificio: l'addio definitivo alle scene e alla dorata atmosfera di Hollywood. 
Hitchcock tentò inutilmente di convincere Grace, nel 1964, ad essere la sua Marnie (1964), ruolo poi interpretato da Tippi Hedren.
Ma la Kelly rimase fedele alla sua promessa e continuò a rifiutare i copioni che le venivano inviati di continuo dai registi di tutto il mondo.
Nel 1955 fece ancora in tempo a vincere un Oscar, come miglior attrice protagonista per La ragazza di campagna (1954) e a recitare al fianco di Alec Guinness in Il Cigno (1956), fino al suo ultimo ciak, quello per Alta società (1956).

LE NOZZE E L'ULTIMO VIAGGIO. Dal matrimonio con il principe Ranieri, le nozze da favola celebrate il 18 aprile 1956, nacquero i principi Carolina (1957), Alberto (1958) eStephanie (1965), che era con lei a bordo della Rover Sd1 che si schiantò lungo la strada per Turbia nel comune di Cap d'Ail, uccidendo Grace di Monaco: due emorragie cerebrali, un giorno di agonia e poi la morte.
Pare che, diversamente dal solito, la principessa avesse congedato l'autista per guidare da sola la propria auto: i sedili posteriori erano occupati dall'abito che la Kelly avrebbe dovuto indossare per presenziare ad un ricevimento.
Ma c'è anche chi ipotizzò che alla guida della vettura ci fosse proprio la giovane Stephanie, rimasta pressoché illesa nello schianto.
In non molti sanno che, poco prima della morte, Grace Kelly aveva iniziato a lavorare ad un nuovo film, Rearranged di Robert Dornhelm, ventisei anni dopo la sua ultima apparizione sul grande schermo: la promessa era stata infranta e la terribile maledizione dei Grimaldi si era abbattuta su di lei.
Ma né la la maledetta curva verso Cap d'Ail né le leggende noir possono rubare la memoria indelebile del suo ingresso, in una nuvola di tulle, con il corpetto nero e attillato dell'abito e la gonna a ruota, ampia e vaporosa, nel salotto di James Stewart in The real Window, con quel bacio senza voce che risveglia il fotografo Jeffries dal suo riposo sonnolento, ed il suo sorriso radioso, incorniciato discretamente dal collier e dagli orecchini di perla.

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